LA SACRALITÀ DEL COMBATTIMENTO NELLE POPOLAZIONI SCANDINAVE: IL LEGAME INESTRICABILE DI TYR CON IL THING E L’ØRLOG

26 Gennaio 2024
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La Sacralità del Combattimento nelle Popolazioni Scandinavo-Germaniche e il risvolto nell’epoca contemporanea.

Tra il Dio delle Battaglie e l’Assemblea del Popolo: il Legame Inestricabile di Tyr con il Thing e l’Ørlog: nel contesto della mitologia scandinavo-germanica, il Dio della guerra, noto come Tyr nel pantheon nordico, sembra essere particolarmente connesso alle assemblee del popolo, chiamate “Thing“.

Questo legame emerge chiaramente attraverso antiche iscrizioni o toponimi, come suggerisce Stefan Brink nell’opera “How uniform was the Old Norse religion?” nella quale sono mostrate la penisola scandinava e la Danimarca in una mappa che riporta i toponimi formati dai nomi delle divinità.

Qui si nota che, in riferimento alla Danimarca, ne abbiamo almeno trentatré di toponimi che potenzialmente potrebbero avere, nella radice, il nome del dio Tyr; ci sono sei Tislund, tre Tiset (< Tisvith), quattro Tisbjerg e tre Tishøj.

Il nome più noto è probabilmente Tissø på Sjælland  (Tisøe, 1452). Tenendo conto dei suddetti toponimi è possibile dedurre che il culto di del Dio in Danimarca fosse largamente diffuso. Lo studio prosegue ancora ipotizzando che questi luoghi fossero la sede designata per applicare il diritto e la giustizia nella società nordica. 

È dunque interessante notare come Tyr, oltre ad essere comunemente immaginato quale Dio della guerra, giochi un ruolo rilevante e talvolta indispensabile nella vittoria del giusto e in particolare nelle assemblee popolari.

Un altro elemento che potrebbe supportare questa meno nota sfaccettatura sta nel ruolo di un giorno della settimana, il martedì (inglese è “Tuesday”, mentre in tedesco è “Dienstag”), che sembra indicare con opinioni talvolta contrastanti – esistevano infatti Thing annuali, stagionali o locali (si può supporre che in questi casi nel martedì si sarebbe potuto individuare il giorno dei Thing) – fosse il momento in cui le questioni legali potevano prendere una piega particolare, suggerendo una sorta di influenza speciale da parte di Tyr.

Egli non era solo il Dio nelle battaglie, ma aveva un ruolo di rilievo in ambito di decisioni legali e giustizia da non confondere con Forseti che presiedeva le dispute giudiziarie più moderate e risolvibili tramite mediazione. 

Questo aggiunge una sfaccettatura interessante al fine della comprensione della sua figura, mostrandolo non solo come un guerriero formidabile, ma anche come un influente difensore della giustizia nelle assemblee popolari.

Il Significato di Tyr nel Diritto Germanico

Come già accennato, un aspetto di Tyr che troppe volte passa in secondo piano è quello di arbitro nel diritto germanico e non solamente quello di divinità della guerra; di nuovo, da non confondere neppure con la guerra caricata di furore guidata da Odin.

La guerra del Dio Tyr, infatti, è quella combattuta con tattica, brutale sì, ma finalizzata a dimostrare il proprio essere nel giusto agli occhi del nemico, del contendente in una disputa e, soprattutto, destinatario del favore degli Dèi.

Questo è forse un dettaglio contemporaneamente irrisorio ma peculiare; in questo tipo di battaglia “giusta”, colui che agli occhi del Dio è dalla parte della ragione riesce a tornare incolume alla propria casa e non necessariamente ricerca la morte gloriosa come più volte si immagina il valoroso guerriero degno di sedere tra gli Einehjar.

La guerra sotto il patrocinio e il benestare di Tyr non è semplicemente una mischia sanguinosa, ma una decisione ottenuta attraverso regole di diritto preciso. Ciò, in termini fattuali, si riflette nella pratica di predeterminare il giorno e il luogo della battaglia, oltre all’eventuale sostituzione del combattimento tra eserciti con duelli giudiziali, nei quali gli Dèi indicavano la parte in diritto; ad essa concedevano il favore e dunque la vittoria.

“Vi è ancora quell’áss chiamato Týr. Egli è il più ardito e coraggioso e possiede il grande potere di ottenere la vittoria in battaglia. A lui è bene che si rivolgano i guerrieri”.

(Edda in prosa , Snorri Sturlosson)

Fondamentale per comprendere la profondità della connessione tra diritto, l’essere nel giusto agli occhi di Tyr e coglierne i frutti tradotti nella vittoria, è il concetto di Ørlog. Questo è uno degli aspetti più spirituali di tutta la questione bellica in senso stretto del termine, poiché solo se si era nel giusto si era favoriti da questo “potere” e quindi dagli Dei, in questo caso di Tyr. 

Spiegandola in maniera più semplice, l’Ørlog non è altro che l’insieme di azioni e motivazioni connesse in maniera inscindibile al Wyrd; le azioni passate influenzano e condizionino continuamente il futuro e come esso influenza il passato nell’intrinseca ciclicità del tempo.

Tornado al concreto, l’Hersir o lo Jarl – figure che solitamente comandavano  gli schieramenti  (Jarl = nobile proprietario terriero, Hersir = comandante in capo delle forze armate di uno Jarl o di un insediamento) –  essendo votati al tipo di giustizia precedentemente descritto, conducevano gli schieramenti dalla parte della ragione. E se entrambe le parti credevano di essere nel giusto? Beh, la risposta è molto semplice: chi perdeva era nel torto, torto dovuto a essere sfavoriti al dio Tyr .

“La guerra è una lotta di volontà, basata su una concezione chiara e ferma degli scopi da raggiungere” .

(“Della guerra” Carl von Clausewitz)

Sacralità del Combattimento e Giustizia: un Intreccio Metodico

E’ bene prendere in considerazione anche i concetti di “Schwertding” (l’assemblea delle spade) o “Vapndomr” (giudizio delle armi) non solo come poetici, ma poiché essi riflettono le antiche pratiche in cui il diritto e la giustizia erano strettamente legati al combattimento.

Questo intreccio metodico tra la sacralità del combattimento, l’Ørlog e il processo giuridico rivela la profonda comprensione delle popolazioni scandinavo-germaniche sulla natura del diritto e inteso come “giustizia divina”, laddove non vi era altro modo con il Giudizio mediante le armi (vápnadómr)

Alcuni eventi che incarnano un esempio di quanto espresso precedentemente possono essere trovati nella “Njála Saga”. Nel capitolo quaranta si può evincere come da un’accusa di omicidio, per porre fine ad faida – cosa che non avverrà – il processo si tramuti in uno scontro vero e proprio.

Skarphéðinn vide che Gunnar avanzava una mano verso il suo viso. Lo schiaffeggiò con forza, e Gunnar fece lo stesso a Skarphéðinn. ‘Abbiamo cominciato con un’accusa di omicidio,’ disse Gunnar. ‘Ora ci apprestiamo a risolvere la questione. Tirate fuori il vostro scudo e afferrate la vostra arma.’” 

In conclusione, Tyr emerge come una figura centrale che collega il divino con gli uomini attraverso il mondo giuridico e il Thing, riflesso dell’Ørlog.

Le prove epigrafiche e toponomastiche, unite alle riflessioni di studiosi come A. de Vries, ci offrono uno sguardo approfondito sulla complessa interrelazione tra il Dio delle battaglie, l’assemblea del popolo e la forza del destino, mostrando un panorama mitologico e giuridico che va ben oltre la superficie delle antiche tradizioni scandinavo-germaniche, ma si lega nella sua interezza ad una filosofia profonda sebbene semplice che permeava ogni aspetto delle della vita delle popolazioni di allora.

Ma ad oggi, dopo centinaia di anni in cui il diritto e la società sono significativamente mutati, come può essere applicabile tutto ciò? Certo, sfidare a duello chi commette un torto nei nostri confronti sarebbe, per certi versi, molto più sbrigativo e meno fraintendibile ma le leggi odierne non lo permettono, quindi è opportuno operare per altri canali.

L’Ørlog può essere reso favorevole rispettando i valori d’integrità, onestà e lealtà e regole di civile convivenza all’interno della comunità di appartenenza; ciò non toglie che se si è subito un torto o un’ingiustizia che leda quanto detto prima, è bene che essa non resti impunita, appellandosi ad un’etica antica che, se interpretata nella giusta maniera, è tutt’ora valida ed applicabile come ci consiglia il Padre del Tutto.

“Hàvàmal stanza 128: Ti consiglio, Loddfáfnir, e tu accetta il consiglio ,ne trarrai beneficio se Lo accetti, bene ti verrà se lo accogli. Dovunque tu abbia ricevuto Offesa, afferma che è un’offesa e non dar tregua ai tuoi nemici.”

(Hávamál, «Discorso di Hár», Inizio X secolo)

Autore

  • Magnus Vinnaborgsson

    Jason "Magnus Vinnaborgsson" Giuli, romano, classe 1992, è appassionato di cultura e mitologia nordica che studia da autodidatta. Rievocatore storico da piu di 10 anni, militare di professione, è ideatore e fondatore del progetto Tyrslog, gruppo di rievocazione storica scandinava e rus.

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