SNORRI: L’UOMO DIETRO L’EDDA IN PROSA

7 Giugno 2024
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Snorri Sturlusson, conosciuto anche come Snorri fu un politico, poeta e studioso islandese e potremmo fermarci qui se questo fosse solo ciò che Snorri ha fatto, tuttavia fu molto di più: con la sua opera ha influenzato tutta la letteratura e la poesia medievale non solo in Islanda ma in tutta l’Europa del ‘200.

Nato nel 1179 e morto nel 1241, Snorri è una delle figure più emblematiche dell’Islanda medievale, è celebre soprattutto per la sua opera monumentale, l’Edda in Prosa, che ha preservato per i posteri la mitologia e le leggende norrene. La vita privata e pubblica di Snorri riflette le tensioni e le ambizioni del suo tempo, rendendolo un personaggio allos tesso tempo complesso e affascinante e diviene difficile anche per chi scrive riuscire a fare un quadro completo ed esaustivo dell’Uomo dietro l’Opera.

VITA DI SNORRI

Nacque a Hvammur in Islanda, pupillo della potente famiglia degli “Sturlungar” che già si era distinta nel corso dei secoli precedenti per meriti militari e politici.

Snorri fu cresciuto da Jon Loptsson, nella residenza di Oddi (attuale provincia di Rangárvellir), un centro di culturale abbastanza prolifico se proporzionato alle dimensioni esigue del villaggio e considerato l’isolamento dai grandi centri dell’Islanda come Reykjavik o Akureiri; qui ricevette un’educazione piuttosto raffinata presso la scuola fondata dal suo stesso tutore che gli permise di emergere come uno degli uomini più influenti dell’Islanda del suo tempo. La sua carriera politica che avviò da giovanissimo fu segnata da ambizioni e conflitti: divenne lögsögumaðr, una figura che combinava ruoli religiosi e politici, e servì come legislatore nell’Althing, il parlamento islandese. Inoltre, grazie ad una proficua politica matrimoniale, Snorri divenne presto una delle persone più economicamente influenti dell’Islanda: questo contribuì ad aumentare la sua notorietà ma anche dissidi e malumori nei suoi confronti.

Snorri fu coinvolto in numerosi scontri di potere durante la sua vita: il primo vero scontro fu proprio con parte della popolazione islandese che, vista la sua amicizia con il Re di Norvegia Haakon IV più volte tentò di allontanarlo dai ruoli politici ed altrettante volte venne accusato di tradimento e di spionaggio, l’Islanda infatti nel corso del 1200 aveva subito una forte influenza culturale e commerciale norvegese e Re Haakon aveva il preciso obiettivo politico di assoggettare lo stato islandese alla corona norvegese.

Oltre ai suoi contributi letterari di cui forse già si conoscono i dettagli, Snorri fu un abile politico. Riuscì a navigare tra le complesse dinamiche di potere del suo tempo, ottenendo significative posizioni di potere anche grazie alla sua abilità camaleontica. Tuttavia, le sue ambizioni e le sue alleanze, in particolare il suo rapporto con la corte norvegese, lo portarono a una fine tragica.

La sua alleanza con la corte norvegese e con alcune figure influenti del Regno di Norvegia infatti lo portarono ad una morte violenta nel 1241, quando fu assassinato nella sua casa di Reykholt da non ben precisati avversari politici.

L’Edda in Prosa

L’Edda in Prosa, scritta attorno al 1220, è l’opera più celebre di Snorri. Composta in un periodo in cui la tradizione orale era ancora predominante, questo testo ha una duplice funzione: preservare le storie degli Dèi e degli Eroi norreni e fornire un manuale per i poeti dell’epoca.

Con molta probabilità l’idea principale di Snorri fu di creare una raccolta delle cantate scaldiche islandesi che ben conosceva dato che per una parte della sua vita si occupò di poesia scaldica, piuttosto che preservare la mitologia norrena.

Snorri infatti era un cristiano come la maggior parte della popolazione islandese da più di 200 anni ormai, quindi l’interesse principale dell’opera forse non era proprio di tramandare le conoscenze pagane antiche ma per fortuna così fu e grazie a questo prezioso contributo oggi si possono conoscere svariati aspetti della tradizione antica che altrimenti sarebbero andati perduti con la fine della tradizione orale scaldica.

La struttura dell’Edda in Prosa si articola in quattro parti principali:

1. Prologo:

Una breve introduzione che cerca di collegare la mitologia norrena con la storia classica e tenta di giustificare la presenza nell’opera di divinità non cristiane ai lettori (cristiani) dell’epoca.

2. Gylfaginning (L’Inganno di Gylfi): La sezione più importante ed anche la più famosa, narra a tutto tondo diversi aspetti della Tradizione Antica ed intervalla racconti dialogici riguardanti gli Dèi e le loro imprese con parti dell’Edda Scaldica trascritte in rima.

3. Skáldskaparmál (Il Linguaggio della Poesia): Una guida per i poeti, con spiegazioni sui kenning (complesse metafore poetiche) e altre figure retoriche utilizzate nella poesia scaldica.

4. Háttatal (Catalogo dei Metri): Una disamina tecnica dei vari metri poetici utilizzati nella poesia norrena, accompagnata da esempi composti dallo stesso Snorri.

L’ Eredità di Snorri Sturlusson

La morte di Snorri non offuscò la sua eredità. Le sue opere, in particolare l’Edda in Prosa, continuano a essere studiate e apprezzate, influenzando non solo la letteratura islandese ma anche quella mondiale. Esse offrono una finestra unica sulla mitologia e sulla cultura norrena, rendendo Snorri una figura fondamentale per la comprensione delle radici culturali europee.

Il lavoro di Snorri ha, nel bene e nel male attraversato i secoli. L’ Edda in Prosa rimane una delle opere più importanti per lo studio della mitologia norrena (sebbene vadano utilizzate diverse cautele), preservando racconti che avrebbero altrimenti rischiato di scomparire. La vita di Snorri, intrecciata con le turbolenze del suo tempo, ha contribuito a disegnare, nei secoli a una figura quasi leggendaria che a noi deve ricordare principalmente e soprattutto l’importanza di preservare e comprendere il passato per illuminare il nostro presente.

Autore

  • Siegfried Blazesson

    Siegrfied Blazesson nasce a Trento il 24 novembre 1996. Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento dove si laurea in Beni Culturali con una tesi sui luoghi di culto del Trentino in epoca romana. È fondatore e vicepresidente della comunità etena del "Tempio del Lupo" ed editore della rivista etena "Paganesimo Nordico MAG".

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