UPPSALA: VIAGGIO NEL CENTRO NEVRALGICO DELL’ANTICA RELIGIOSITÀ SCANDINAVA 

13 Dicembre 2023
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Che cos’era il Tempio di Uppsala e perché era così importante per l’antica religione nordica? Di questo luogo di pellegrinaggio dove ogni nove anni si celebrava una festa che portava alla folle estasi delle genti, oggi non rimane molto. Tuttavia, le descrizioni sono giunte fino a noi nelle antiche cronache e attraverso le menzioni nelle saghe nordiche.

di Siegfried Blazesson

Se parlassimo di Uppsala ad un nostro conoscente o a qualche parente, tutto ciò che ci sentiremmo rispondere sarebbero sommarie informazioni su una pittoresca cittadina della Svezia centrale nella quale sorge una rinomata università. 

Non sarebbe così se rivolgessimo la stessa domanda ad uno scandinavo vissuto tra il V ed l’XI secolo e.v. il quale ci parlerebbe di un sontuoso tempio tutto ricoperto d’oro, centro indiscusso della religiosità scandinava per almeno mezzo millennio. 

Il Tempio di Uppsala è stato infatti uno dei luoghi di culto più importanti e venerati nel mondo “nordico”. Situato nella attuale Gamla Uppsala, fu edificato nel 600 e.v. forse su una struttura cultuale più antica risalente addirittura all’età del bronzo, come scoperto dagli archeologi Neil Price e Magnus Alkarp nel 2005. Il tempio è stato descritto da molti antichi scrittori e storici come centro di potere e fonte di sacralità per tutta la popolazione svedese.

Il cronista Adamo da Brema vissuto nella seconda metà del XI secolo, nel suo trattato “Gesta Hammaburgensis Ecclesiae Pontificum“, descrive le funzioni del Tempio di Uppsala in maniera particolarmente approfondita ed è la principale fonte scritta in merito all’importanza dell’edificio. 

Adamo da Brema descrive il Tempio di Uppsala come un grande edificio circolare, situato su una collina. Gli animali sacrificati durante le cerimonie religiose venivano appesi alle pareti del tempio come trofei. Egli descrive anche la presenza di sacerdoti con abiti bianchi che presiedono alle cerimonie. All’interno dell’edificio, invece, era persistente l’odore intenso degli incensi e delle piante bruciate a scopo purificatorio. 

Il Tempio di Uppsala viene descritto dal cronista cristiano come il vero e proprio centro del culto nella Scandinavia del XII secolo e luogo favorito da tutti gli svedesi per la celebrazione delle stagioni e dei cicli della vita.

Adamo da Brema non è tuttavia molto chiaro nel fornire la descrizione dettagliata della struttura templare e si limita a raccontare che questa era circolare, ricoperta d’oro ed era inoltre circondata da un recinto: al suo interno ospitava tre statue lignee degli Dèi con Toro (Thor) al centro, Wodan (Odino) alla sua destra e Fricco (Freyr) alla sinistra, tutte ornate con preziosissimi abiti. La sua descrizione finisce qui senza fornire ulteriori elementi. 

Seguendo le ricostruzioni degli storici ed altre descrizioni presenti sia nel “Gesta Danorum” del Sassone Grammatico, che in altre saghe della tradizione Scandinava, si possono estrapolare ulteriori informazioni sull’aspetto del complesso religioso: il tempio di Uppsala era infatti costituito da tre grandi edifici, uno situato al centro e gli altri due ai lati. Ciascun edificio era dedicato a un proprio dio, rispettivamente Odino, Thor e Freyr.

Il tempio centrale era il più alto ed imponente, ed aveva la forma di un grande edificio a torre. Era decorato con drappi e bandiere, e su di esso era posta l’immagine di Odino. Al suo interno si trovava un altare dove venivano offerti i sacrifici animali.

Gli edifici laterali erano di forma simile, ma di dimensioni inferiori. Uno era dedicato a Thor, mentre l’altro a Freyr. Nell’edificio dedicato a Thor si trovava un altare con un martello di legno, mentre in quello dedicato a Freyr si trovavano le statue della divinità e della sua consorte Gerd. In testa all’ingresso sorgeva inoltre un grande ed imponente frassino anch’esso frutto di venerazione e poi andato bruciato durante le fasi di distruzione del Tempio. 

Gli antichi rituali del tempio erano altamente rispettati da tutta la popolazione svedese e coinvolgevano grandi sacrifici e offerte, mentre i cristiani che non partecipavano alle celebrazioni di Uppsala erano tenuti al pagamento di una tassa. Secondo le descrizioni dei cronisti dell’epoca, il sacrificio (Blót) si svolgeva ogni nove anni nel mese di febbraio ed è stato per lungo tempo la più importante celebrazione del nord Europa. 

Tuttavia, con la diffusione del cristianesimo nella regione, il Tempio di Uppsala e la sua pratica religiosa furono gradualmente soppressi. Nel 1080, il re Olaf III di Norvegia ha invaso Uppsala, distruggendo il tempio e costringendo i sopravvissuti a convertirsi alla religione della croce. Da allora, gran parte della storia del tempio è andata persa. 

Tuttavia, alcuni resti archeologici sono stati rinvenuti, fornendo un’immagine di quello che era stato uno dei luoghi più venerati nell’antica Svezia. Fra i reperti archeologici che abbiamo, c’è una base di pietra che si ritiene facesse parte della struttura originaria. La base è stata rinvenuta in occasione di scavi nel 1940, e da allora sono state fatte ulteriori scoperte che hanno chiarito sempre di più l’aspetto del tempio. 

Nel 2013 alcuni scavi archeologici hanno dimostrato la presenza di una palizzata che dovrebbe corrispondere al “recinto” descritto da Adamo da Brema: trattasi di una palizzata molto imponente che circondava l’area del Tempio della lunghezza di un chilometro per 500 metri di ampiezza; questa era composta da pali in legno alti circa 7 metri e piantati a terra ogni 5 metri lungo il perimetro, probabilmente questi erano stati poi fissati l’uno con l’altro con una serie di travi orizzontali. 

Grazie soprattutto alle descrizioni degli storici e ai reperti archeologici, siamo oggi in grado di ricostruire ed immaginare la magnificenza del Tempio di Uppsala e di apprezzare la sua importanza nel panorama religioso della Scandinavia antica.

Autore

  • Siegfried Blazesson

    Siegrfied Blazesson nasce a Trento il 24 novembre 1996. Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento dove si laurea in Beni Culturali con una tesi sui luoghi di culto del Trentino in epoca romana. È fondatore e vicepresidente della comunità etena del "Tempio del Lupo" ed editore della rivista etena "Paganesimo Nordico MAG".

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