HAUST VOLK FEST IN MUSICA: IL CANTO DELLA POESIA SCALDICA E LE MELODIE DEL PASSATO CON SVARTALFAR

13 Dicembre 2023
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Svartálfar, letteralmente “elfo nero” o elfo oscuro, anche detto Døkkálfar o Myrkálfar era, secondo Snorri Sturluson una delle due categorie di elfi (Álfar) citate nell’Edda in prosa, appartenenti alla mitologia nordica. Un richiamo diretto al progetto musicale nato nel 2015 dell’omonimo artista genovese e che fa di lui una one-man band “vecchio stile”, che cura i dettagli musicali con testi in diverse lingue.

Un ‘figlio dei tempi antichi’ come vuole intendere anche il nome d’arte prescelto di Riccardo Castagnasso, Björn Fornaldarson (Björn in norreno significa orso, Fornaldarson per l’appunto ‘figlio di antichi tempi’). Dal Metal estremo al folk ambient, la sua musica, compreso il suo ultimo lavoro, si ispira ora all’arte scaldica del passato.

Un cantore e poeta che ama narrare le gesta arcaiche in chiave allegorica e che ha spesso definito nel complesso il proprio genere un folk metal magico e pagano

Oggi, un Bardo che si esibisce con voce e strumenti come la lira di Trossingen e la taglharpa, di gran lunga il genere più amato dal suo pubblico, in concerti dal vivo esclusivamente acustici. 

Meno estremo, certamente più poetico, Svartálfar considera tuttavia la natura del Metal gravitante nella stessa orbita dell’altro genere, quello l’arte scaldica, della musica tradizionale e dell’alto canto.

Con i brani contenuti anche nell’album Riflheliar Til del 2020, ha saputo incantare il pubblico dell’Haust Volk Fest. 

Mi chiamano Scaldo ma in fondo non sanno

né il nome né il giorno del tremendo inganno,

la gente è distratta l’incanto finisce, 

le ore ed i giorni la lira scandisce.

Di Silibrand canto la vecchia sconfitta, 

la neve, il suo manto, la nebbia più fitta.

(…)

La mole del peso che al sonno ti induce,

riposa Silibrand le stanche membra,

che il buio d’inverno non celi la luce

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