di Elisabetta Cardinali
Le radici profonde non dubitano mai che la primavera arriverà. (Marty Rubin)
Oltre ad un debitorio omaggio ad Ostara nella rinascita della luce, un altro appuntamento con l’informazione sul mondo eteno si apre con un concetto a noi caro, quello dell’identità. Un riferimento a ciò che ci contraddistingue, o meglio che contraddistingue NOI nel mondo moderno, differenziati dalla devozione ad una spiritualità apparentemente fuori da questo tempo e in qualche modo, ma senza alcuna sorta di anacronistico senso di inidoneità, confinati nella nicchia della trattazione di argomentazioni ritenute al limite della foresta culturale odierna e del dibattito ritenuto meritevole di permanere nell’arena dell’informazione mainstream e financo di settore.
E più la presunta saggezza del nuovo mondo avanza, nella disgregazione e liquefazione di strutture valoriali e principi che si decompongono e ricompongono con estrema rapidità, maggiormente avvertiamo l’urgenza di continuare a guardare indietro, certi che solo la consapevolezza di possedere radici salde può fare di noi il sicuro punto di approdo ad una religiosità ancora più attuale, che pure si ritrova e si esplicita unicamente attraverso il retaggio di un linguaggio culturale antico, quello dei popoli germanici.
Al contrario di ciò che vacilla, volatile e fluido al limite dell’incertezza, lo spirito degli Avi restituisce con disarmante solidità ciò che non è mai andato perduto. Così come l’Yggdrasil affonda le proprie radici ed estende i suoi rami verso ogni dimensione dell’esistente, così il senso del divino si diffonde formando l’esistente. Quella realtà popolata da uomini che lasciano traccia, nella storia, della propria eredità.
Lo stesso avanzare della società con il suo frenesismo non deve tuttavia costituire alcun elemento di distrazione nell’opera di realizzazione dell’esistenza come noi eteni la intendiamo. Uno sforzo che richiede l’utilizzo di quella volontaria incoscienza dell’essere che però sapientemente crea, una volontà capace di sfuggire anche all’ingegno del più ostinato degli storici. Citando l’abile Fabrizio Caramagna, se ci si fermasse ad ascoltare il lavoro delle radici, chi riuscirebbe a dormire?
Nel loro modus inarrestabile, l’esistere e l’operare, nella creazione dell’esperienza pratica della materialità, generano identità ed in quest’ultima obbligatoriamente anche la dimensione etica dell’agire: assieme alla connessione con il divino, ecco un altro dei punti focali di tutta l’idea di religiosità pagana etena nella sua dimensione antropologica, il piano reale di Midgard.
La coincidenza tra i doveri etici dell’etenismo e quelli personali di natura morale riferibili all’individuo è uno degli obiettivi di ogni fedele. In questo modo il concetto di identificazione di sé e dei propri doveri e valori, come singolo o come aggregato, si rivela un elemento fondante della religiosità etena.
Un uomo d’onore era, ed è tuttora, un uomo di principi che si manifestano attraverso il comportamento sociale, tanto che l’onore continua a sopravvivergli anche dopo la morte. Ieri come ora, gli elementi di identità ed onorabilità nel rispetto di un perfetto coniugio tra etica e morale rimangono dunque tra i principi fondamentali per il percorso spirituale eteno. Non di meno la cultura della comunità, compresa la presenza del Gothi, resta l’universo ideale attorno al quale ruota la coscienza di ogni individualità.
Un’analisi questa sulla quale avremo ancora modo di ritornare, che oramai abbiamo intrapreso e che continueremo a sostenere con grande motivazione anche grazie al grande esito di pubblico suscitato fin dalla pubblicazione di esordio del nostro progetto editoriale.
Per un ulteriore stimolo di ricerca personale e per coloro che tra voi saranno meno ferrati in materia ma certamente più famelici di conoscenza, l’etica della fede nordica si trova per lo più negli Hávamál 1-83, mentre i costumi e la vita quotidiana si trovano nei 111-137.
Oltre alle strofe, possiamo trovare informazioni sull’etica antica anche in altre saghe. Poiché l’etica e i principi degli antichi popoli germanici rappresentano un argomento molto vasto, ne consegue che ancora oggi, sebbene l’etenismo sia presente e praticato in diverse aree del mondo occidentale e postcristiano, la questione della differenziazione dei modelli appartenenti a gruppi e comunità diverse rimanga aperta.