Nella complessa e misteriosa storia dell’Europa tardoantica ed altomedievale, poche figure emergono con la stessa complessità e rilevanza di Alboino, il re longobardo che segnò una svolta fondamentale nella storia dell’Italia e dei Longobardi.
Nato intorno al 530, figlio di Audoino: re della stirpe dei Gausi, Alboino divenne celebre soprattutto per il suo ruolo nella conquista e nell’insediamento dei Longobardi nella penisola italiana, un evento che avrebbe avuto conseguenze durature per la struttura politica e culturale del territorio e che ha influenzato l’Italia dei secoli successivi contribuendo a formare quello che oggi consideriamo il patrimonio culturale del nostro Paese.
La Salita al Potere e la Battaglia di Asfeld
Alboino, come precedentemente accennato, nacque in una famiglia reale longobarda e divenne re nel 560, succedendo a suo padre Audoino. Il suo regno iniziò con una delle battaglie più significative della sua carriera: la battaglia di Asfeld (circa 567) contro i Gepidi, un’altra tribù germanica che condivideva con i longobardi il territorio della “Pannonia” (attuale Ungheria).
La successiva vittoria di Alboino non solo consolidò il suo potere che era già inoppugnabile vista l’elevata posizione sociale ricoperta dalla sua famiglia ma segnò anche la fine dei Gepidi come entità politica autonoma, questi divennero infatti tributari dei Longobardi (liberi ma con l’obbligo di pagare un tributo annuale).
Secondo la leggenda riguardante la battaglia di Asfeld, Alboino uccise il re dei Gepidi Cunimondo e ne fece un calice con il cranio: un’usanza germanica chiamata “Scala” o “Skala” (etimologia da cui deriva anche il famoso brindisi scandinavo “Sköll”) un gesto che simboleggiava la sua assoluta supremazia sui Gepidi.
L’Invasione dell’Italia
Il successo contro Cunimondo non bastò a placare le ambizioni del giovane Alboino. Nel 568, infatti, guidò i Longobardi in una delle più significative migrazioni dell’epoca spostandosi dalla Pannonia nella quale i Longobardi si erano stanziati dopo la precedente grande migrazione lungo il corso del fiume Elba verso l’Italia.
L’Italia, all’epoca, era sotto il controllo dell’Impero Bizantino ( o Impero Romano d’Oriente ndr) ma era indebolita da conflitti interni e dalla recente guerra greco-gotica appena conclusasi che lasciò nella miseria gran parte delle città della penisola. Approfittando di questa situazione, Alboino riuscì a conquistare rapidamente gran parte del nord Italia quasi senza colpo ferire stabilendo così il nuovo Regno Longobardo.
Un Re e un Conquistatore
La conquista dell’Italia da parte di Alboino non fu solo un’impresa militare ma anche un momento di grande trasformazione culturale e politica. Sotto il suo regno i Longobardi non solo consolidarono il loro dominio territoriale ma iniziarono anche un processo di integrazione culturale con le popolazioni romaniche locali. Questo sincretismo avrebbe gettato le basi per la nascita di una nuova identità italo-longobarda che influenzò profondamente la storia successiva dell’Italia.
La Morte e l’Eredità
Il regno di Alboino come “Re d’Italia”, tuttavia, fu relativamente breve. Nel 572 fu assassinato a Verona in una congiura orchestrata dalla sua stessa moglie, Rosmunda, figlia di Cunimondo re dei Gepidi e da Elmichi un collaboratore di Alboino.
La morte di Alboino creò un periodo di instabilità e frammentazione che qualche anno più tardi porterà al cosiddetto “periodo dell’anarchia” ma i suoi successori riuscirono comunque a mantenere e consolidare le conquiste longobarde in Italia. L’eredità di Alboino è complessa e variegata: da un lato, (soprattutto dalla storiografia dell’ ‘800) è ricordato come un feroce guerriero e conquistatore capace di ridefinire il panorama politico dell’Italia. Dall’altro, soprattutto in epoca più recente, è stato, come anche molti altri personaggi del medioevo europeo, rivalutato e la sua figura è stata anche vista come catalizzatrice di cambiamenti culturali e sociali che avrebbero plasmato l’identità della penisola per secoli e soprattutto messo alcune basi di quella che è l’attuale cultura italiana.
La sua figura tuttavia continua a essere studiata e dibattuta dagli storici, simbolo di un’epoca di grandi trasformazioni e di conflitti incessanti e anche soprattutto a causa della scarsità di informazioni scritte relative al suo periodo storico.
In conclusione, Alboino è una delle figure chiave per comprendere il passaggio dall’antichità al medioevo in Europa. La sua capacità di guidare un popolo attraverso le avversità, di riuscire a fondare un nuovo regno in una terra straniera riuscendo a non entrare in conflitto con la popolazione locale ma anzi tentando di integrarla nel tessuto sociale, dimostra le sue abilità politiche e militari, rendendolo uno dei sovrani più influenti della sua epoca e di tutto il medioevo.
Eredità moderna
Oggi esistono molti studiosi ed associazioni di ricerca storica che si occupano di scoprire di più sulla vita di Alboino e riguardo i Longobardi in generale. La figura di Alboino è inoltre divenuta abbastanza conosciuta in tempi recenti anche grazie ad un docufilm di produzione italiana ed uscito nel 2021 dal titolo: “Langobardi: Alboino e Romans”. Nel pluripremiato documentario prodotto dall’associazione “Invicti Lupi” di Romans d’Isonzo (GO) sono raccontate, grazie a ricostruzioni ed immagini, alcune fasi della vita di Alboino il tutto accompagnato dalla narrazione di alcuni storici medievisti. Il docufilm è presente su RaiStoria e RaiPlay all’interno del programma AC-DC a cura del professor Alessandro Barbero.